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"La "spagghiatura" del frumento
Buscemi, in provincia diSiracusa, è un paese agricolo, quanto meno lo era e le famiglie dei contadini erano in percentuale di gran lunga la maggioranza.
Ciascuno si coltivava il proprio pezzo di terra, a volte strappato alla collina con terrazzamenti in modo da ricavare piccoli pianori da poter coltivare.
E la coltivazione preminente era il grano, a parte la vite e gli ortaggi in presenza di acqua.
Nel mese di Luglio di ogni anno la famiglia del contadino era occupata alla raccolta del grano; si "miteva" si "pisava" con gli asini ed i muli e poi si "spagghiava" grazie al vento che separava i chicchi di grano dalla paglia.
Ed il grano veniva gelosamente conservato in casa e difeso dai tipo.
Periodicamente si portava al mulino, prima della guerra in questo piccolo paese erano in esercizio ben 5 mulini ad acqua che sfruttavano la forza dei torrenti per far girare la ruota motrice per poi assistere nell'immediato dopo guerra alla nascita del moderno mulino a trazione elettrica
Con la farina prodotta si faceva in casa il pane a cadenza settimanale.
Ma non solo il pane serviva alla famiglia era necessaria anche la pasta che la modesta liquidità del periodo non consentiva di acquistare nella bottega.
A partire dal mese di maggio i contadini portavano la farina ai piccoli due pastifici di Buscemi: uno "ocursu" e l'altro "na strada i sutta" per farsi produrre la pasta per tutta la famiglia.
Si doveva aspettare il mese di Maggio in quanto la pasta dopo la produzione si doveva asciugare appesa su canne o messa in telai di legno sulla pubblica strada per essere poi esposta ai raggi del sole.
Ed era un gioco per i monelli, con destrezza, rubare un po' di pasta per poi scappare sovente rincorsi dalla "pastara".
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