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"La "mietitura" del frumento
La mietitura consisteva nel tagliare le spighe di grano (o altro cereale) per consentire la raccolta. Iniziava a metà giugno e si protraeva ininterrottamente fino agli inizi di luglio. Tutti i componenti della famiglia erano coinvolti. Gli uomini si occupavano delle operazioni di taglio e di "nfasciari i regni", di legare i covoni (fasci di spighe), "cca liama", un legaccio di ampelodesmo. La falce, utilizzata per tagliare, era dentata,ricurva a punta con impugnatura di legno. I contadini indossavano un grembiule di stoffa, tessuta con il telaio tradizionale, o di olona, " u saccunieddu", detto anche " a pagghiazzedda" o "u mantali", lungo fino alle ginocchia o a vita; indossavano anche un manicotto, " a manichedda", al braccio destro o in tutte e due le braccia. Per evitare di ferirsi con la lama della falce, il mignolo, l'anulare, e il medio della mano sinistra, venivano protetti con ditali di canna, "i canneddi". I più capaci, coloro i quali mietevano a "mmanu aperta" (coloro, cioè, che riuscivano a prendere più grano nella mano, e quindi a mieterne di più) si proteggevano tutte e cinque le dita e nell'anulare portavano un ditale di pelle.
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